Mentre scavavano un pozzo nella contea di Lintong, a 30 km da
Xi’an, nel 1974, alcuni contadini rinvennero dapprima una testa, poi una
freccia in bronzo, poi un intero esercito di terracotta. Questo portò alla
fortuita scoperta del corredo funerario del primo imperatore cinese Qin S Shi
Huang (221 a.C. - 210 a.C.), considerato oggi uno dei più grandi tesori cinesi,
Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco: un esercito di 8000 statue in terracotta
tra guerrieri, arcieri, soldati a cavallo e carri.
Quando si riportarono alla luce i primi guerrieri di
terracotta, ci si accorse che l’aria li rovinava irrimediabilmente, quindi
soltanto una parte dell’immenso esercito è stato disseppellito, per preservarne
l’integrità. Leggende narrano di tesori nascosti, fiumi di mercurio,
riproduzioni di palazzi e pagode e un ingegnoso meccanismo di difesa con
balestre pronte ad uccidere chiunque violi il sogno dell’imperatore. L’armata
avrebbe dovuto, infatti, vegliare in eterno le spoglie dell’imperatore e
proteggere la sua dimora nell’Aldilà.
L’esercito, costruito tra il 246 e il 206 a.C., costituisce
una riproduzione fedele dell’armata che portò lo stato di Qin alla vittoria
sugli avversari. I guerrieri sono riprodotti a grandezza naturale, con una
accuratissima attenzione per i dettagli. Originariamente erano dipinti in
colori vivissimi, ma i pigmenti sono andati rovinati a contatto con l’aria al
momento dello scavo.
In tutta onestà devo dire che sono stata più colpita dalle
riproduzioni dei guerrieri, quelle avvicinabili e visibili da vicino, che dai
guerrieri stessi: questi sono infatti disposti in tre fosse distinte, molto
distanti dai visitatori, che possono contemplarli passeggiando su una
passerella che percorre il perimetro della fossa, a distanza. Forse il fatto
che siano tantissimi e lontani, li ha resi meno impressionanti ai miei occhi
rispetto a quelli vicini (anche se non autentici).
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