Tra tre giorni saranno esattamente otto mesi che ho preso
quel volo che da Londra mi ha portata a Guangzhou, in Cina. Otto mesi spesi a
cercare di capire, di ambientarmi, di scoprire, di imparare… non sono stati otto
mesi semplici, ma sicuramente entusiasmanti.
Se penso al punto in cui l’avventura è incominciata, non so
dove fermarmi andando all’indietro… davvero.
Stavo per laurearmi in Matematica e per sposare il mio all’epoca
fidanzato, pronta a vivere una vita del tutto normale, con una casa al paese,
dei bambini, un lavoro abitudinario… ma tutto sarebbe cambiato con una
piccolissima decisione: lui aveva deciso che sarebbe voluto rimanere a lavorare
nella nostra città natale, io volevo soltanto laurearmi (avendo fatto sacrifici
abnormi per arrivare fino a meno un esame dalla laurea, visto che mi ero auto-finanziata
sin dal liceo), lui mandò la mia domanda di assunzione ad una multinazionale
che stava per aprire un terminal container nella nostra città, a me importava
poco visto che i piani erano da anni quelli di emigrare a Roma o Milano, dato che
da noi lavoro non ce n’è neanche a sognarlo e visto che non avevo il benché
minimo straccio di una raccomandazione per essere presa in quel posto. Ma caso
volle che avrebbero dovuto assumere centocinquanta dipendenti entro il 27 dicembre
altrimenti avrebbero perso i sovvenzionamenti della Comunità Europea e io fui
tra gli unici due presi senza conoscere alcun santo in paradiso.
Lì ho lavorato per tre anni, tra mille lettere di dimissioni
scritte da me (che mi volevo laureare ed ero troppo stanca di svegliarmi al
mattino alle quattro per studiare e poi andare al lavoro) e stracciate dal mio
Capo del Personale (che mi spingeva a restare e a credere nella realtà
aziendale) e lì ho conosciuto quello che sarebbe diventato il mio compagno di
vita, il mio grande amore.
Peccato che lui fosse sposato e che la storia sia stata
ostacolata in tutti i modi dalla mia famiglia: quale disonore una figlia
modello come me con un divorziato… no, no e poi no!
Mi licenziai e questo portò non poca gioia alla mia famiglia
che pensava avrei rotto con lui, ma noi continuammo a stare insieme e loro
continuarono a rompere. Io, per lo stress, feci un concorso nelle forze armate:
erano tutti test di logica-matematica e nessuna prova fisica, quindi una
rammollita matematica come me si piazzò seconda su quindicimila partecipanti e,
anche qui, senza uno straccio di raccomandazione, fui presa, perché farmi retrocedere
al centocinquantunesimo posto sarebbe stata impresa ardua per chiunque.
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Ufficiale in Marina
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Tre anni come Ufficiale nella Marina Militare, di base ad
Augusta, Capitaneria di Porto e l’esame per laurearmi mi mancava ancora.
Mi congedai anche dalla Marina, tornai dai miei e, tra mille
difficoltà legate al fatto che avevo dimenticato gran parte della Matematica
legata a quell’esame e tra mille rotture per la presenza del mio compagno nella
mia vita, riuscii a laurearmi e a scappare via. Destinazione Londra: corso di inglese
e ricerca lavoro.
Non so perché, ma quell’anno c’era crisi nera a Londra e per
lavori altamente qualificati quale quello che cercavo io (sviluppatrice
software in ambiente Oracle) avrei dovuto preventivare circa sei mesi di
ricerca, mi fu detto. Io dopo due mesi avevo dilapidato la buonuscita della
Marina e i regali di laurea, quindi mandai il cv in Italia e trovai lavoro in
meno di una settimana a Milano.
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Corso di inglese a Londra, con insegnante "ispirativo"
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Durante il corso di inglese conobbi un insegnante che mi
aveva aperto un mondo: lui inglese, stava con una giapponese e aveva deciso di
andare a vivere per sei mesi a Tokio. Gli chiesi come avrebbe vissuto, che
lavoro avrebbe fatto, lui mi rispose che avrebbe insegnato inglese.
Wow, pensai, lavorare e viaggiare in qualsiasi parte del
mondo, vivendoci stabilmente, così da poter girare, scoprire, visitare… che
sogno. Peccato non poter insegnare inglese pure io. Ehi, ma io parlo un altro
linguaggio universale: la Matematica!
I tre anni spesi a Milano lavorando come sviluppatrice
software sono serviti solo per preparare l’occorrente (soldi, esami di lingua,
domande alle Università…) per il prossimo passo: trasferimento in Inghilterra
per ottenere un postgraduate per l’abilitazione all’insegnamento su curriculum
britannico, così da poter insegnare in giro per il mondo, per scuole
internazionali.
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A Sunderland per il postgraduate
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La permanenza nel Regno è durata più del previsto,
considerato che si iniziava a parlare di quella immensa porcata che avrebbe poi
preso forma e vita, ossia la Brexit: sono rimasta per cinque anni per poter
richiedere la cittadinanza, un altro anno per ottenerla, e un anno ancora per
completare le pratiche per ottenere il passaporto (che sai mai e voglio
ritornare, avendo acquistato casa a mezz’ora da London King’s Cross non mi pare
proprio il caso di dover richiedere un Visa!), fare domande in giro e ottenere
un posto overseas.
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Contratto firmato!
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La decisione è stata ardua tra le offerte ricevute:
Indonesia, Qatar o Cina?
Visto che la finalità era quella di viaggiare ed esplorare i
dintorni quanto più possibile, la decisione è ricaduta sulla Cina, Shenzhen,
sud-est asiatico, ad un tiro di schioppo da Taiwan, Tailandia, Vietnam… firmato
il contratto a gennaio 2020.
E chi se lo immaginava quello che stava per accadere di lì a
pochissimo…