sabato 22 maggio 2021

Come sono finita in Cina

Tra tre giorni saranno esattamente otto mesi che ho preso quel volo che da Londra mi ha portata a Guangzhou, in Cina. Otto mesi spesi a cercare di capire, di ambientarmi, di scoprire, di imparare… non sono stati otto mesi semplici, ma sicuramente entusiasmanti.

Se penso al punto in cui l’avventura è incominciata, non so dove fermarmi andando all’indietro… davvero.

Stavo per laurearmi in Matematica e per sposare il mio all’epoca fidanzato, pronta a vivere una vita del tutto normale, con una casa al paese, dei bambini, un lavoro abitudinario… ma tutto sarebbe cambiato con una piccolissima decisione: lui aveva deciso che sarebbe voluto rimanere a lavorare nella nostra città natale, io volevo soltanto laurearmi (avendo fatto sacrifici abnormi per arrivare fino a meno un esame dalla laurea, visto che mi ero auto-finanziata sin dal liceo), lui mandò la mia domanda di assunzione ad una multinazionale che stava per aprire un terminal container nella nostra città, a me importava poco visto che i piani erano da anni quelli di emigrare a Roma o Milano, dato che da noi lavoro non ce n’è neanche a sognarlo e visto che non avevo il benché minimo straccio di una raccomandazione per essere presa in quel posto. Ma caso volle che avrebbero dovuto assumere centocinquanta dipendenti entro il 27 dicembre altrimenti avrebbero perso i sovvenzionamenti della Comunità Europea e io fui tra gli unici due presi senza conoscere alcun santo in paradiso.

Lì ho lavorato per tre anni, tra mille lettere di dimissioni scritte da me (che mi volevo laureare ed ero troppo stanca di svegliarmi al mattino alle quattro per studiare e poi andare al lavoro) e stracciate dal mio Capo del Personale (che mi spingeva a restare e a credere nella realtà aziendale) e lì ho conosciuto quello che sarebbe diventato il mio compagno di vita, il mio grande amore.

Peccato che lui fosse sposato e che la storia sia stata ostacolata in tutti i modi dalla mia famiglia: quale disonore una figlia modello come me con un divorziato… no, no e poi no! 

Mi licenziai e questo portò non poca gioia alla mia famiglia che pensava avrei rotto con lui, ma noi continuammo a stare insieme e loro continuarono a rompere. Io, per lo stress, feci un concorso nelle forze armate: erano tutti test di logica-matematica e nessuna prova fisica, quindi una rammollita matematica come me si piazzò seconda su quindicimila partecipanti e, anche qui, senza uno straccio di raccomandazione, fui presa, perché farmi retrocedere al centocinquantunesimo posto sarebbe stata impresa ardua per chiunque.

Ufficiale in Marina

Tre anni come Ufficiale nella Marina Militare, di base ad Augusta, Capitaneria di Porto e l’esame per laurearmi mi mancava ancora.

Mi congedai anche dalla Marina, tornai dai miei e, tra mille difficoltà legate al fatto che avevo dimenticato gran parte della Matematica legata a quell’esame e tra mille rotture per la presenza del mio compagno nella mia vita, riuscii a laurearmi e a scappare via. Destinazione Londra: corso di inglese e ricerca lavoro.

Non so perché, ma quell’anno c’era crisi nera a Londra e per lavori altamente qualificati quale quello che cercavo io (sviluppatrice software in ambiente Oracle) avrei dovuto preventivare circa sei mesi di ricerca, mi fu detto. Io dopo due mesi avevo dilapidato la buonuscita della Marina e i regali di laurea, quindi mandai il cv in Italia e trovai lavoro in meno di una settimana a Milano.

Corso di inglese a Londra,
con insegnante "ispirativo"

Durante il corso di inglese conobbi un insegnante che mi aveva aperto un mondo: lui inglese, stava con una giapponese e aveva deciso di andare a vivere per sei mesi a Tokio. Gli chiesi come avrebbe vissuto, che lavoro avrebbe fatto, lui mi rispose che avrebbe insegnato inglese. 

Wow, pensai, lavorare e viaggiare in qualsiasi parte del mondo, vivendoci stabilmente, così da poter girare, scoprire, visitare… che sogno. Peccato non poter insegnare inglese pure io. Ehi, ma io parlo un altro linguaggio universale: la Matematica!

I tre anni spesi a Milano lavorando come sviluppatrice software sono serviti solo per preparare l’occorrente (soldi, esami di lingua, domande alle Università…) per il prossimo passo: trasferimento in Inghilterra per ottenere un postgraduate per l’abilitazione all’insegnamento su curriculum britannico, così da poter insegnare in giro per il mondo, per scuole internazionali.

A Sunderland per il postgraduate
La permanenza nel Regno è durata più del previsto, considerato che si iniziava a parlare di quella immensa porcata che avrebbe poi preso forma e vita, ossia la Brexit: sono rimasta per cinque anni per poter richiedere la cittadinanza, un altro anno per ottenerla, e un anno ancora per completare le pratiche per ottenere il passaporto (che sai mai e voglio ritornare, avendo acquistato casa a mezz’ora da London King’s Cross non mi pare proprio il caso di dover richiedere un Visa!), fare domande in giro e ottenere un posto overseas.
Contratto firmato!
La decisione è stata ardua tra le offerte ricevute: Indonesia, Qatar o Cina?

Visto che la finalità era quella di viaggiare ed esplorare i dintorni quanto più possibile, la decisione è ricaduta sulla Cina, Shenzhen, sud-est asiatico, ad un tiro di schioppo da Taiwan, Tailandia, Vietnam… firmato il contratto a gennaio 2020.

E chi se lo immaginava quello che stava per accadere di lì a pochissimo…

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