martedì 20 luglio 2021

Shenzhen

Shenzhen è una megalopoli da quasi quindici milioni di abitanti, di cui io ignoravo totalmente l’esistenza prima di ricevere la mia offerta lavorativa! Onestamente, prima di quel momento, non credo che sarei stata capace di elencare più di Pechino e Shanghai nella lista delle città cinesi di mia conoscenza, ma sicuramente Shenzhen è stata una sorpresa, molto diversa da come la immaginavo.

Il panorama dalla mia aula a scuola
La città si trova sulla riva est dell’estuario del fiume Pearl, sulla costa meridionale della Provincia del Guangdong. Sulla riva opposta sorge Hong Kong che, prima delle limitazioni imposte dal COVID, era raggiungibile comodamente tramite un ponte.

Shenzhen è una città molto giovane: sebbene vi siano tracce di attività umana già in epoca neolitica, si iniziò ad assistere ad una vera occupazione dell’area (nelle zone di Nantou e Dapeng) solo 1799 anni fa.

Ma nel 1953 Shenzhen aveva ancora le dimensioni di un piccolo villaggio, acquisendo status e dimensioni di città solo nel 1979, a seguito della adozione della politica di “riforma ed apertura” istituita a partire da quell’anno. Nell’anno successivo Shenzhen venne dichiarata la prima zona ad economia speciale in Cina: l’allora leader Deng Xiaoping decise di avviare un esperimento per la pratica del capitalismo all’interno di una comunità basata sugli ideali del socialismo cinese.

Per far questo vennero messe in atto numerose agevolazioni atte ad attrarre investimenti stranieri, quali autonomia di business, uso del terreno, tassazioni agevolate, libero mercato di import ed export… L’arrivo di questa ingente quantità di capitali esteri rese Shenzhen molto popolata e dinamica fino a farla divenire, nella sua emulazione della Silicon Valley americana, la città con la più rapida crescita nel mondo negli anni Novanta e Duemila.

Se gli abitanti ufficiali censiti nel 2020 erano 17,56 milioni, la polizia e le autorità locali ritengono che, considerando i residenti per brevi periodi e gli immigrati non registrati, i commuters e i visitatori, il numero di abitanti supera di molto i 20 milioni.

Shenzhen non è solo il più importante centro finanziario nella zona dell’Asia Pacifica, ma anche l’ottavo più competitivo centro finanziario al mondo, occupando la quarta posizione nella classifica delle città del mondo con il maggior numero di miliardari, dopo Pechino, Shanghai e New York.

La città è dotata del terzo più trafficato container terminal nel mondo, che rende Shenzhen la più grande città-porto nel mondo.

Sebbene sia situata un grado a sud del Tropico del Cancro, a causa dell’anticiclone siberiano, Shenzhen ha un clima caldo, monsonico, umido e subtropicale, molto prossimo a tropicale.

Gli inverni sono miti e relativamente asciutti, grazie all’influenza del Mare Cinese del Sud, la neve è un fenomeno molto raro, ma la nebbia è frequente in inverno e primavera, con 106 giorni nebbiosi in media all’anno. L’inizio della primavera è il periodo dell’anno più nuvoloso, mentre le piogge aumentano in Aprile, con la stagione delle piogge che dura fino a Settembre – inizio Ottobre.

Mie considerazioni su Shenzhen dopo quasi un anno che ci vivo:

  • se avete i cappelli ricci rinunciate DEL TUTTO a stirarli e pure ad avere una frangia: non c’è proprio speranza, l’umidità è atroce
  • ho scoperto di avere pori sudoriferi in parti del corpo che non avrei mai pensato potessero sudare: per metà anno si boccheggia davvero come si fa un passo al di fuori di un ambiente con aria condizionata
  • non è vero che non avrete bisogno di abiti invernali e cappotti: l’inverno qui dura poco (circa un mese), ma fa freddo, quindi collant, maglioni e cappotti non sono da lasciare completamente in Europa… come fu consigliato a me prima di arrivare
  • io qui mi sento a New York, più che in Cina: c’è veramente pochissimo da visitare al di là della grandiosità dei grattacieli e dei parchi cittadini sempre in fiore. Resta però splendida la vicinanza a tantissimi altri Paesi del Sud-Est asiatico (anche se al momento non si possono visitare causa COVID), a Hong Kong e, soprattutto, l’efficientissimo aeroporto internazionale che collega perfettamente la città ad ogni altro punto dell’immensa Cina
  • la città è molto tranquilla e sicura sia dal punto di vista della microcriminalità (pressoché inesistenti scippi e simili) che delle molestie per strada (si gira tranquillamente da sole a qualsiasi ora del giorno e della notte). I mezzi pubblici e i taxi sono efficientissimi e a prezzi molto bassi, molto puliti e puntuali. Se solo i tassisti mantenessero una velocità di guida costante e non pensassero di essere in un gran premio di Formula Uno io avrei meno voglia di vomitare ogni volta che sono a bordo e avrei meno attacchi al cuore
  • la città è molto pulita e ben tenuta, aiuole in fiore in ogni dove, nessun rifiuto per terra, ma c’è da stare attenti sui marciapiedi perché i fattorini che consegnano cibo a domicilio spuntano da ogni dove e ti stendono piuttosto che fermarsi o rallentare
  • la città è in costante costruzione, quindi la polvere nell’aria e il rumore di gru, scavatrici e quanto altro è una costante dalle prime ore del mattino fino a sera tarda: davvero allucinante
  • anche la puzza dei negozietti che per strada vendono cibo cinese di ogni tipo non è da sottovalutare, in alcune strade che sono più “caratteristiche”: io che mangio davvero di tutto non ne posso davvero più!















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