giovedì 3 giugno 2021

Nella prigione dorata

Considerato lo stress da cui arrivavo (lezioni di notte, non riuscire a dormire per il caldo atroce e la rumorosità dei vicini italiani, il rientro in Inghilterra costantemente posticipato perché la lettera di invito tardava ad arrivare, le peripezie per il Visa e per il tampone…), la permanenza in albergo si prospettava come una lunga vacanza di relax.

Cibo non identificato!
Pazienza per la televisione soltanto in cinese, pazienza che dovevo svegliarmi presto al mattino per comunicare la mia temperatura, pazienza che arrivavano a consegnare colazione e pranzo ad orari a cui sarei rimasta felicemente incosciente… ma volevo riposare e rilassarmi.

Ed i primi giorni è stato effettivamente così.

Però poi l’odore (che definirei puzza!) del cibo che ci veniva consegnato tre volte al giorno e la connessione internet che faceva abbastanza pena, insieme alla noia di avere un letto e un bagno a disposizione, stavano rendendo il tutto molto intollerabile.

Le colazioni "alternative"
Sfortunatamente un giorno mi furono consegnate zampe-di-qualche-animale da mangiare e, per il disgusto al solo vederle, cercai su internet e trovai queste testuali parole: “Guangdong, la provincia dei cui abitanti si dice che possano mangiare qualsiasi cosa che abbia quattro gambe, salvo tavole e sedie, e con le ali, salvo gli aerei”. Trovai pure notizie sulla eventualità di mangiare carne di cane in questa provincia cinese.

E decisamente volevo morire dallo schifo!!!

Passai il resto dei giorni a mangiare solo il riso in bianco, le uova lesse e i noodles a colazione. Ma il tutto restava molto inquietante.

Unica nota carina: durante quel periodo c’era una festività in Cina e ci furono regalati una lanterna e degli altri regalini da parte dell’albergo. Ma senza zampe-di-chissà-che-animale avrei apprezzato la permanenza molto di più!

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