sabato 4 settembre 2021

Parco dal nome sconosciuto!

Il mio compagno e io abbiamo per anni vissuto a distanza, lui in Italia, io in Inghilterra, ma riuscivamo a vederci molto spesso: lui saliva da me per un weekend lungo ogni tre settimane, io scendevo da lui per una decina di giorni dopo altre tre settimane e per quasi due mesi durante l’estate.

Quando ho accettato il mio nuovo lavoro in Cina siamo partiti dalla consapevolezza che ci saremmo visti meno del solito ma che l’esperienza, che io sognavo da anni, sarebbe valsa decisamente la pena: sarei tornata per Natale, lui sarebbe venuto da me per viaggiare per la Cina per tre settimane durante il Capodanno cinese, poi di nuovo durante l’estate.

Firmai il contratto e… tutto il casino del COVID ebbe inizio: lockdown, separazione di cinque mesi forzati, una serie di eventi tristi accaduti nel mezzo… rientrai in Italia per le vacanze estive più asociale e paranoica che mai. Sarei dovuta ripartire per la Cina ad inizio agosto, ma il visto impiegò molto per essere rilasciato, quindi rimasi là fino a metà settembre.

Partii tra mille dubbi e incertezze, nella speranza che di lì a breve la situazione sarebbe migliorata. Con questo stato d’animo decisi di visitare dapprima tutti i posti meno famosi della Cina, lasciando Pechino, Shanghai, Hong Kong e Macao per ultimi, per quando il mio compagno avrebbe potuto raggiungermi e viaggiare con me in questo immenso e affascinante Paese.

Tutti sappiamo come sono andate a finire le cose e che quindi tra po’ visiterò Pechino da sola, ma a febbraio ero ancora in uno stato d’animo speranzoso: avevo visitato Xi’an e dintorni a Natale, avevo fatto due settimane di “prigionia” durante le vacanze del Capodanno cinese con la scuola e la Provincia che ci “consigliavano caldamente” di non partire per posti in altre Province, avevo visitato tutto quello che potevo a Shenzhen tentando di far scomparire quello stato d’animo di prigioniera in una città da milioni e milioni di abitanti, quando ad un tratto non so chi mandò una email da scuola dicendo che forse forse, senza dirlo troppo in giro, tutte le restrizioni sull’allontanarsi dalla Provincia erano state allentate.

Non finii neanche di leggere l’email che mi precipitai a comprare biglietti aerei e prenotare l’albergo: destinazione Suzhou, con i suoi splendidi giardini.

In tutta sincerità il viaggio non è stato uno dei meglio programmati, visto che l’avevo pensato molto prima delle vacanze, ma poi messo da parte, depressissima.

Se si aggiunge pure la disabilità totale con la comprensione della lingua cinese scritta e parlata (che mi ha portato successivamente a capire che sarebbe stato meglio affidarmi ad una agenzia con tanto di guida turistica capace di parlare in inglese!), mi sono trovata in posti di cui ignoro il nome e di cui non posso fornire alcun dettaglio, se non le foto, come questo parco.

Arrivata in città ad un orario che non mi consentiva di andare ad esplorare una attrazione famosa (per la quale sarebbe stato necessario più tempo) ma anche non consono per andare già a letto, cercai di andare in uno dei parchi nella mia lista di attrazioni consigliate, ma mi sa di aver sbagliato completamente direzione. Mi ritrovai comunque in un posto bellissimo e con la luce del tramonto che lo rendeva ancora più incantevole.

 




















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