Devo essere onesta: a me insegnare Matematica piace tantissimo, ma non era questo il lavoro che avevo in mente quando ero all’Università. E infatti ho lavorato in ambiente informatico per una decina d’anni. Sono arrivata all’insegnamento come modalità per andare a vivere per un anno in Inghilterra, spesata, visto che quando avevo cercato lavoro a Londra in campo informatico non ne avevo trovato e visto che, per frequentare dieci mesi di postgraduate all’Università, davano una borsa di studio di 25.000 sterline.
E poi ho deciso di rimanere ancora perché il lavoro mi piaceva molto. Ma soprattutto perché, rispetto al lavoro da consulente informatico, avevo tantissime vacanze e, rispetto all’insegnante in Italia, le vacanze erano dilazionate in molti periodi durante tutto l’anno scolastico e non tutte concentrate in estate.
Dopo otto anni, sono al punto che vivo la mia vita in termini di “Quanti giorni mancano al prossimo half-term?” e “Dove vado il prossimo half-term?”.
Quando accettai l’offerta, i piani con il mio compagno (che vive in Italia) erano: io torno a Natale, tu vieni da me per tre settimane a febbraio così viaggiamo in Cina, poi io torno per due mesi per l’estate… il COVID ha distrutto tutti questi piani e mi ha confinata qui. Quindi durante le vacanze di Natale DOVEVO viaggiare necessariamente.
Scartate Pechino e Shanghai (che con Hong Kong e Macao sono i posti che vorrei visitare con il mio compagno quando lui potrà valicare i confini cinesi), la località che mi ha attratta è stata Xi’an, della quale avevo ignorato l’esistenza sino ad allora.
Da Xi’an partiva l’importantissima Via della Seta, che collegava Roma all’Asia e sulla quale venivano trasportate spezie e tessuti dall’Oriente in Occidente.
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