Nel 2021 viaggiare era complicato: QR da mostrare, mascherine incollate alla faccia, controlli ovunque.
Entrare nel parco sembrava un rituale di passaggio: scanner del codice sanitario, termoscanner puntati alla fronte, capienza ridotta nei bus navetta. Tutto super regolato. Ma appena varcata la soglia, il mondo moderno rimaneva dietro di te. Davanti, solo milioni di anni di geologia allo scoperto.
Le montagne apparivano all’improvviso: una distesa di colline rosse, gialle, ocra, rosa, viola, grigio cenere, stratificate come enormi torte millefoglie. Non filtri, non saturazione aggiunta: sono davvero così.
Le tonalità cambiano con la luce: intense a mezzogiorno, dorate al tramonto, soft e pastello al mattino.
Ogni viewpoint ha un carattere diverso: il primo ti dà un colpo al cuore con la vista d’insieme, il secondo mostra creste parallele super fotogeniche, il terzo sembra un mare di dune colorate, il quarto è perfetto per il tramonto, quando tutto diventa rosso-brace.
Questo posto è speciale perché mostra stratificazioni sedimentarie policrome, formatesi nel corso di circa 24 milioni di anni. I vari strati, di diversi colori, sono stati sollevati e modellati da processi tettonici ed erosivi, dando vita a colline morbide, creste ondulate e pendii dai contorni netti.
Il clima è molto secco, quindi occorre portare sempre acqua al seguito, oltre ad occhiali da sole, perché la luce rimbalza sul terreno chiaro.
Le Rainbow Mountains di Zhangye non sono solo un luogo da vedere: sono un momento fuori dal tempo.Un luogo che ti rimane dentro. E che nessuna foto, per quanto bella, potrà mai raccontare davvero.