Correva l’anno 2009, non mi ero ancora laureata, ma il mio grandissimo
amore per il mondo anglosassone unito al fortissimo desiderio di fare un’esperienza
di studio e lavoro all’estero, mi fecero pensare “Oh, la matematica è
matematica ovunque… l’inglese lo so…”, quindi digitai su Google “insegnare
matematica all’estero”.
Uno dei primi risultati restituiti dalla ricerca fu il post http://thepubafterschool.blogspot.it/2008/10/come-si-fa-ad-insegnare-in-inghilterra.html
nel blog “Il pub sotto scuola”.
Ne diedi una lettura molto interessata e subito contattai tramite
un commento l’autore, che mi rispose molto gentilmente e mi rimandò anche alla
pagina Facebook che aveva creato per l’argomento, ossia European teachers - Insegnanti in giro per l'Europa.
E’ da allora che inseguo questa avventura ed è da allora che
ho scoperto che Marco Martinelli, autore del blog, è veramente una persona
infinitamente gentile e disponibile. Lui insegna da ormai 6 anni sul suolo
della Regina, ma non disdegna mai consigli e suggerimenti a chiunque gliene
chieda.
Ormai la pagina Facebook si è talmente ampliata che gli
stessi iscritti rispondono a domande e problemi dei nuovi arrivati.
Al momento posso soltanto dire che cosa sia il PGCE per
quello che ne ho appreso a livello teorico e in base alle esperienze fatte da
altre persone, dato che io stessa non l’ho ancora “sperimentato”.
Il PGCE altro non è che il percorso equivalente alla nostra
vecchia SISS, per ottenere l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole
superiori o inferiori.
Per un periodo che va dagli otto ai dieci mesi (a seconda
dell’Università presso la quale si decide di seguire il corso) si partecipa a lezioni teoriche all’Università e si fa pratica di insegnamento in classe,
seguiti dai tutor designati in ogni singola scuola ove si viene mandati.
Alla fine del primo anno si diventa insegnanti abilitati, successivamente,
con un anno di induction, si ottiene il titolo “finito”, spendibile anche nel
resto d’Europa, quindi riconosciuto anche in Italia.
Un altro aspetto estremamente positivo di questo tipo di percorso è che il governo
inglese stanzia delle cospicue borse di studio per diventare insegnanti,
soprattutto nelle discipline per le quali c’è maggiore richiesta di personale
quindi, anche a fronte di tasse di iscrizione molto alte rispetto agli standard
italiani, ci si riesce a pagare il corso e anche la vita durante lo stesso.
Non solo: le tasse di iscrizione possono essere rateizzate e non pagate prima dell’inizio di un lavoro effettivo da insegnante, che garantisca un guadagno superiore ad una certa soglia. Insomma è un prestito governativo a lunghissima scadenza e con bassissimi interessi.
Per finire gli anni spesi in UK come insegnanti vengono
riconosciuti, ai fini del punteggio in graduatoria, anche in Italia.
Insomma una serie di motivi che, per chiunque abbia il desiderio di insegnare e non sia riuscito ad abilitarsi in Italia, rende il PGCE una strada davvero molto interessante.
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